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  • Immagine del redattoreMattia Facci

Lo sapevi che le cose che ci semplificano la vita, a volte finiscono per complicarcela?



Mai come oggi noi esseri umani abbiamo a disposizione strumenti, tecnologie e attrezzature in grado di facilitarci la vita quotidiana. Come sempre, almeno fino ad ora, la fetta di popolazione che può usufruirne è nettamente inferiore alla popolazione mondiale, ma noi siamo tra i fortunati ed è a mio avviso corretto fare alcuni ragionamenti in merito.


La vita oggi è all’apparenza più semplice e abbiamo a disposizione un ventaglio di scelte molto più ampio anche solo di cinquant’anni fa.


La felicità sembra alla portata di tutti!


Possiamo studiare, abbiamo accesso alle università. Possiamo lavorare, possiamo divertirci, fare shopping, comprare un motorino.

Abbiamo quasi tutti un tetto, una casa in cui stare, un divano per rilassarci e guardare la tv.

Possiamo andare in bagno senza dover andare in giardino, possiamo farci la doccia calda quando vogliamo.

Se abbiamo fame, l’unica scocciatura è dover aprire il frigorifero, mettere a scaldare i tortellini e aspettare addirittura due eterni minuti, prima che siano pronti.

Se vogliamo muoverci, la maggior parte di noi può prendere l’auto e andare dove desidera.


Internet poi è magnifico perché ci permette di sapere molte cose: non mi riferisco al bricolage e ricette dietetiche da preparare in soli dieci minuti, ma a siti e video che fanno informazione e ci permettono di capire meglio come funziona il mondo.


Abbiamo accesso oggi a servizi e ad un’informazione che, fino a poco tempo fa, ai più era preclusa.


Ma se "sapere" è "potere", perché tutte queste conoscenze, sembra che non ci stiano in effetti aiutando come previsto?


Perché non riusciamo a migliorare in modo significativo la nostra qualità di vita?


Perché la sofferenza e il disagio persistono, anzi forse aumentano, pur avendo (a quanto pare) molti più strumenti per combatterli?


Proviamo a fare alcune ipotesi e partiamo da una parola:


“TROPPO”.


L’eccesso genera disagio e un sacco di problemi.


Troppa scelta genera incertezza (sei proprio sicuro di aver fatto la scelta giusta?).

Troppa informazione genera confusione, perché non sai più a chi credere.

Troppa sedentarietà arreca danno al nostro corpo, che funziona poco e male.

Non parliamo poi del troppo cibo.

Potremmo andare avanti per ore, analizzando quanto la parola “TROPPO” (o il contrario di “troppo”) sia presente nella nostra vita, senza ovviamente dimenticare che anche il contrario di TROPPO è deleterio.


Quello che sta succedendo oggi è che ciò che ci semplifica la vita, rischia di rovinarcela!


Ciò che rappresenta un valore aggiunto, sta diventando una minaccia per la nostra salute sia fisica sia psicologica.

Le comodità sono una meraviglia, non ne eliminerei nemmeno una e non vorrei vivere in nessun’altra epoca. Io amo potermi spostare in macchina, prendere l’aereo e andare in vacanza, aprire il frigo e scegliere quello che mi va, poter fare niente e “cazzeggiare” guardando video su Youtube.


Imparare però LA GIUSTA MISURA, questa è la vera sfida.



Ci abituiamo presto alle comodità. Questo è normale, anche da un punto di vista biologico, perché il nostro corpo è programmato per ottimizzare le risorse, ridurre gli sprechi e agire in economia, ma ci dimentichiamo che i tempi si sono evoluti in modo così rapido, che la vita com’è oggi, è il contrario di com’era anche solo poco tempo fa.


Abbiamo bisogno di muoverci, per rimanere in salute. Lo sappiamo bene perché lo dicono sempre tutti, ogni santo giorno. Non lo facciamo, perché?

Perché non siamo più abituati a farlo, e l’organizzazione sociale odierna, complica tutto.


Abbiamo bisogno di mangiare “il giusto” e a volte lasciare anche il nostro apparato digerente un po’ in pace. Se non lo facciamo, il nostro corpo accumula, perché ragiona ancora alla vecchia maniera: “trattieni tutto perché domani chissà se ci sarà qualcosa da mettere sotto i denti!”


Abbiamo bisogno di avere del tempo libero, perché troppe iniziative o attività ci impediscono di “ascoltarci” e capire quello che ci piace o meno.


Abbiamo bisogno di sfide, di metterci in gioco. Serve per alimentare la fiducia in noi stessi.

Spesso però assecondiamo la paura, che ci dice di stare buoni, di non rischiare, così evitiamo di stare male, qualora le cose non andassero come previsto.

In questo modo stiamo ancora peggio perché ci portiamo dietro una sensazione di frustrazione e fallimento che genera una logorante e persistente tensione emotiva.


Abbiamo bisogno di capire come funzionano la nostra mente e le nostre emozioni.


Forse, prima di tutto, abbiamo bisogno di fermarci e smetterla di correre ad occhi chiusi senza vedere dove stiamo andando.

In questo mondo strambo e caotico, tutti vogliamo essere felici, ma in pratica non sappiamo bene né cosa significhi, nè come fare per esserlo.

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1 commentaire


Martina Cesarato
Martina Cesarato
03 juil. 2022

Fantastico Mattia...grazie della tua preziosa consulenza. Ciao

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